Il Beato Francesco Faà di Bruno nacque in Alessandria il 29 marzo 1825 da famiglia di antica nobiltà, i marchesi di Bruno, ricca di gloriose tradizioni e di personaggi che illustrarono nel corso dei secoli i vari campi della vita, religiosa, militare e politica. Terminati gli studi classici, intraprese la carriera militare; a 24 anni diventò Capitano di Stato Maggiore, combattendo nella Guerra d’Indipendenza, in occasione della quale preparò le prime carte topografiche del Mincio, per trarre il miglior frutto dalla conoscenza della regione a fini strategici. Il che tornerà molto utile nella successiva guerra contro l’Austria. Salito al trono Vittorio Emanuela II pensò di ......
MILITARE, CARTOGRAFO, PROFESSORE
Dopo aver ultimato gli studi classici presso il collegio di Novi Ligure dei Padri Somaschi, Francesco, a quindici anni, entra all’Accademia militare di Torino dove ha modo di coltivare gli interessi nelle materie scientifiche.
Ne esce con il grado di luogotenente il 18 agosto 1846, a ventuno anni.
Partecipa alla 1a guerra d’Indipendenza, quale aiutante di campo e successivamente ufficiale d’ordinanza ......
SCIENZIATO, INVENTORE, ASTRONOMO
Francesco Faà di Bruno si laureò a Parigi alla prestigiosa Sorbona in scienze matematiche e astronomiche.
La sua vita da studioso fu contrassegnata dal motto ”L’istruirmi e l’essere utile altrui sono i cardini della mia felicità”.
Nel 1876 venne nominato professore straordinario all’Università di Torino.
Famosa il tutto il mondo è la sua formula matematica che da lui prende il nome.......
ARCHITETTO, SCRITTORE, MUSICISTA
Nelle sue molteplici e variegate iniziative, tutte volte a coniugare sapientemente il dantesco motto “virtute e conoscenza”, Francesco Faà di Bruno ebbe innumerevoli occasioni di cimentarsi con l’arte della penna, tanto che ad un certo punto intorno al 1869 decise di fondare una sua piccola editrice per stampare in proprio.
OPERATORE SOCIALE, SACERDOTE, BEATO
Sebbene sia stata un’aspirazione che l’aveva accompagnato tutta la vita, solo a 51 anni, nel 1876, Francesco Faà di Bruno riuscì a vestire l’abito talare.
A compiere questo passo sicuramente l’aveva indotto la sua non facile posizione di laico, operatore nel capo del sociale prevalentemente a favore delle ragazze disagiate, fondatore di una congregazione di suore e costruttore di una chiesa.
IL MUSEO